19 ^ RASSEGNA DEL TEATRO AMATORIALE di:
Genere: Spettacolo teatrale Data: 22/10/2012
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| SABATO 02 FEBBRAIO 2013 ORE 21,00 – 1 ^ SERATA GRUPPO TEATRALE –CEPROS- “ PINO PALAZZO”- CORLEONE – PRESENTA “LA MORTE DI CARNEVALE” – COMMEDIA BRILLANTE IN TRE ATTI di Raffaele VIVIANI LA TRAMA
Poche commedie dialettali hanno la vivacità movimentata di questa, che il Viviani scrive, che vivacità continua, che giocondità ardita e scanzonata ne La morte di Carnevale! Per tre atti il pubblico non fà che ridere, perché per tre atti Raffaele Viviani non ha fatto che passar di trovata in trovata, con una spontaneità inesauribile. Il curioso è che, in questa che, in parte è una farsa, e, per certi caratteri si ricongiunge talora alla vecchia commedia di Pulcinella e, per altri, alla colorita commedia d'ambiente, di tanto in tanto si notano certi freddi acidi spietati tocchi che avrebbero figurato benissimo nelle più aspre commedie veriste. I particolari spassosi di questa commedia sono innumerevoli. Macchiette, caricature, frizzi, beffe, satira, parodia, irriverenza, comicità e buffoneria, vecchi lazzi e malizie nuove, c'è di tutto! E c'è una sicura conoscenza del teatro e dei suoi pronti effetti, e un ottimo taglio delle scene e degli atti. Carnevale sta in piedi a fatica; strozza ancora il prossimo, ma col fiato corto. Quando sente la morte alle spalle, vuol far testamento. 'Ntunetta, la serva padrona, amante di Carnevale, e Raffaele, il nipote sfaccendato del vecchio, si contendono la sua eredità. Ma Carnevale, ora che sta per partire per l'altro mondo, sente il peso delle molte iniquità commesse, e vorrebbe riscattarle. Perciò lascia tutti i suoi sudici denari alle Opere pie. Appena egli è morto, nipote e serva si stemperano in finte lacrime. L'uno e l'altra sperano. Poi, per certe vociferazioni che odono, l'uno e l'altra si impauriscono. 'Ntunetta si teme diseredata a beneficio di Raffaele; Raffaele sospetta che l'erede sia 'Ntunetta. Per precauzione, fanno lega e risolvono di sposarsi. La lettura del testamento li desola. Asciugano in fretta le lacrime; e non son benedizioni quelle che mandano al defunto. "Poveri eravamo e poveri siamo"! dice Raffaele. "Uniamo le nostre miserie, come avevamo progettato di godere insieme i quattrini dello zio". La serva accetta, e, quando l'accordo è preso, confessa che ha da parte centomila lire. Raffaele esulta. C'è, dunque, un po' fortuna per lui! Tutto, nella vita, gli era andato a rovescio, sempre. Appena trovava un impiego, era sicuro di perderlo. S'era arruolato nelle guardie regie; s'era accomodato come fattorino in una banca; ventiquattr'ore dopo la banca era fallita; aveva trovato un posto di cantoniere ferroviario, addetto ai passaggi a livello; due giorni dopo erano state applicate le chiusure automatiche. Ma adesso, la serva con le centomila lire c'era! La iettatura era finita! Ma chè……………………!.???.. | | | |
SABATO 16 FEBBRAIO 2013 ORE 21,00 – 2 ^SERATA | GRUPPO “IL CARRO DI ELIA” PARROCCHIA SANTI CIRO E GIORGIO –MARINEO PRESENTA L’AMORE QUELLO VERO – CHIARA E FRANCESCO - IL MUSICAL | LA TRAMA L’AMORE QUELLO VERO – CHIARA E FRANCESCO - IL MUSICAL – di G.Belardinelli, A.Oliva, P.Castellacci, tre autori storici del famoso Musical Forza Venite Gente Recensione: Dopo trent’anni, tre degli autori storici del mitico Forza Venite Gente ritornano sul tema francescano, con un omaggio a quella che papa Wojtyla definì la “leggenda divina di Chiara e Francesco”, con nuovi episodi e nuovi contenuti, in un emozionante e trascinante musical A trent'anni dal debutto di Forza venite gente, L'amore quello vero, nato da tre degli autori storici dell'altro musical, rappresenta una ripresa ma anche una rilettura dei temi francescani, alla luce dei nostri tempi. Molti degli argomenti affrontati da Forza venite gente sono qui volutamente trascurati o appena accennati. Oltre a una maggiore attenzione al personaggio di Chiara, ne L'amore quello vero c'è un taglio più fresco (sia dal punto di vista musicale che dei testi) per cercare di avvicinare di più i protagonisti ai giovani del nostro millennio, e un tono un po’ più “drammatico” rispetto alla solarità naif del precedente, evidenziando maggiormente dei temi come la libertà, la solidarietà, l’amore per chi soffre o per chi è solo, diverso o di un’altra razza o religione. Chiara e Francesco sono rappresentati come due giovani del 1200, che potrebbero però anche appartenere alla nostra epoca. La loro ricerca, il modo di affrontarla per staccarsi dalle famiglie e dalle rispettive ricchezze in nome di una fede sovrana tutta loro, fa dei due personaggi due giovani giovanissimi nel cuore e nelle azioni. Amore, cure e preghiere per i lebbrosi, ovvero i malati terminali, rispetto per i più poveri dei poveri, il digiuno, il privarsi di tutto persino dell’Io, il sacrificio più estremo per il prossimo, il sincero tentativo di avvicinare la fede islamica, il concepire anche il dolore e la morte come beni indispensabili, l’appello accorato alla salvaguardia della natura ovvero nostra madre terra, sono tutti slanci del cuore che, senza disperazione ma con dedizione, i personaggi di Chiara e Francesco rivolgono in parole, musica e spettacolo alla platea fatta da chi un giorno forse (si spera) riuscirà a salvare il mondo dall’egoismo e dal materialismo che lo tormentano oggi. Il copione è stato liberamente riadattato nelle parti recitate, per esigenze pastorali, dai Ragazzi del Progetto di Evangelizzazione IL CARRO DI ELIA della Parrocchia Santi Ciro e Giorgio di Marineo (PA). Regia: Maria Concetta Scarpulla e Carmelina Battaglia Coreografie: Francesca Lo Bue e Katia Raineri Direttore di scena: Tania Azzara Aiuto direttore di scena: Laura Cangialosi e Cinzia Cutrona SABATO 2 MARZO 2013 ORE 21,00 – 3 ^ SERATA | “PICCOLO TEATRO BISACQUINESE” PRESENTA “IL MEDICO DEI PAZZI’” DI EDUARDO SCARPETTA | LA TRAMA Ciccillo, nipote dissennato, vive da anni a Napoli alle spalle dello zio Felice Sciosciammocca che sta a Roccasecca. Per spillargli sempre più soldi gli fa credere di essere studente di medicina e con questa scusa lo zio foraggia, suo malgrado, ogni suo vizio. Ma all'improvviso, inaspettatamente, lo zio arriva a Napoli con moglie e figlia. Ciccillo, non sapendo che pesci prendere, inventa che la pensione in cui vive a sbafo è in realtà un manicomio ed i suoi ospiti sono in realtà dei pazzi che credono di essere la proprietaria della pensione, un maggiore a riposo, un musicista ecc. L'unico sano, lo zio Felice Sciosciammocca appunto, rischia di esser preso per pazzo. Il tutto viene scoperto ed il finale è "a tarallucci e vino" come nella migliore tradizione dell'autore. Ad una prima lettura si potrebbe credere che questa volta Scarpetta abbia voluto dare un contenuto al suo testo argomentando che la pazzia è solo questione di angolo di visuale, di condizioni. Non è così ! In realtà questo teatro, come sempre, punta solo a far ridere, a blandire lo spettatore che alla fine, purtroppo, dovrà uscir fuori, tornare a casa, confrontarsi con la sua realtà. Ma in questo momento, seduto nella poltrona del teatro, la sua realtà è un'altra, è quella consolatoria e bonacciona di una conclusione che lascia tutti contenti e per questo, almeno oggi, è come quelle cucine internazionali che debbono piacere a tutti e finiscono immancabilmente per non accontentare nessuno. SABATO 23 MARZO 2013 ORE 21,00 – 4 ^ SERATA | “GRUPPO TEATRALE EXAEQUO” -ALCAMO PRESENTA -E’ AMURI O BRODU DI CICIRI ! | Trama: Come dire: l'amore non ha età. Una famiglia composta da nonna figlia sposata con un marito burbero buono, due figlie che sicontendono lo stesso fidanzato; vive in un baglio in cui abitano anche una famiglia composta da madre ansiosa di vedere il figlio sposato e figlio studente che sembra non averne proprio intenzione; e un anziano un po scemotto. Si intrecciano le storie di amore coniugale messo alla prova dagli eventi, amore giovanile pieno di entusiasmi ma destinato a ridimensionarsi e un amore impossibile tra lo scemotto e la nonna. Il tutto si svolge sullo sfondo della vicenda familiare della sorella sposata alle prese con un marito malvolentieri in pensione che ne combina di tutti i colori per sentirsi ancora utile e le figlie che non mettono la testa a posto e le vicende della sorella minore, tutta presa dalla sua carriera ma che deve confrontarsi con una gravidanza non aspettata e un fidanzato ormai assente inconsapevole del fatto. Tutto, vuoi con l'ausilio di una geniale invenzione di Turiddu, vuoi con la sapienza che viene dal cuore troverà adeguata soluzione SABATO 6 APRILE 2013 ORE 21,00 – 5 ^ SERATA | GRUPPO TEATRALE –CEPROS- “ PINO PALAZZO”- CORLEONE LABORATORIO GIOVANI PRESENTA “ROMEO E GIULIETTA” DI Aldo Lo Castro | La trama Produzioni Teatrali La commedia in due atti " ROMEO E GIULIETTA ",rielaborata dal drammaturgo catanese Aldo Lo Castro, è una trasposizione in ambiente siciliano del capolavoro di Shakespeare.Le espressioni , che nel testo originale assumono diverse connotazioni, dall’amarezza, alla denuncia aspra dello stravolgimento dei valori della famiglia e della società, diventano qui occasione per una spassosa commedia. Sono stati appositamente storpiati i nomi di alcuni personaggi, come Romeo Lenticchio e Giulietta Capuliato , e volutamente le situazioni sceniche sono al limite del paradosso, ma grazie all’estroso drammaturgo siciliano, mai come in questo spettacolo la risata è fine a se stessa. La parlata in dialetto è stata voluta allo scopo di colorire i caratteri e le situazioni per avvicinarli di più alla sensibilità e ai gusti degli spettatori. | | | | |
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Trovati immagini
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Ass. Teatrale Cepros
c.da punzonotto Corleone (PA)
340.5848157 (Giacomo Badami)
327.4716135 (Pino Labruzzo)
333.914711(Mimmo Paternostro)
339.6950785 (Leo Scalisi)
info@ceproscorleone.it |
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